Correre con il passeggino ad una gara Fidal? Non è consentito. Ma non è neanche esplicitamente vietato. Quindi, fino a quando il Regolamento Federale non introdurrà una norma ad hoc, non soltanto l’eventuale squalifica, ma anche la stessa partecipazione degli stroller runners è a discrezione dei singoli giudici di gara presenti sul percorso.
Tradotto: se volete prendere parte con il bimbo ad un evento podistico approvato dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera, prima di iscrivervi è fortemente consigliato consultare il regolamento della manifestazione e – qualora non preveda niente in proposito – contattare l’organizzazione per chiedere l’autorizzazione. Altrimenti si rischiano una spesa, una trasferta e una levataccia inutili, perché il proverbiale cartellino rosso potrebbe esservi sventolato sotto il naso prima ancora della partenza.

Luca Mattavelli con la piccola Aurora alla Mezza di Cagliari: al traguardo sarà squalificato
Dopo le innumerevoli polemiche, illazioni, interpretazioni, prese di posizione, seguite alla squalifica di Luca Mattavelli al traguardo della Mezza di Cagliari – che aveva tagliato insieme alla piccola Aurora comodamente seduta sul suo Outnabout Nipper Sport – a fare (per quanto possibile) chiarezza su una questione che resta ancora nebulosa è, questa volta, e Regolamento Federale alla mano, Mauro Gerola, responsabile del Gruppo Giudici di Gara Fidal della Lombardia.
Gare su strada: il regolamento IAAF e quello Fidal
Innanzitutto, un piccolo passo indietro e una premessa per i non addetti ai lavori.
La modalità di partecipazione alle gare su strada (insieme ad innumerevoli altri aspetti che vanno dall’antidoping agli aspetti sanitari; dalle mansioni dei giudici di gara all’abbigliamento degli atleti; dalle gare su pista a quelle indoor; dai salti ai lanci, dalle corse campestri, a quelle in montagna, ai trail, fino ai primati mondiali) è disciplinata dal Regolamento Tecnico Internazionale, di cui la Iaaf – e cioè la Federazione Internazionale di Atletica Leggera – demanda il recepimento alle Federazioni nazionali dei singoli Paesi membri: per l’Italia, appunto, la Fidal.
Quest’ultima è deputata non soltanto a varare la propria regolamentazione nel perimetro di quella internazionale, ma anche a validare i regolamenti delle manifestazioni sottoposti ad approvazione da parte degli organizzatori che chiedono il loro inserimento nel calendario agonistico Fidal.
Ora, un primo problema sorge in quanto, su alcuni aspetti relativi proprio alla partecipazione alle gare su strada, il regolamento della Iaaf non contempla regole precise e inequivocabili, per cui eventuali restrizioni vengono demandate alle Federazioni nazionali.
Tuttavia, gli aspetti da disciplinare sono talmente numerosi che è complesso, se non impossibile, prevederli tutti, uno per uno.
“Questo però – precisa Mauro Gerola – implica che, in assenza di norme specifiche riguardo a comportamenti anche bizzarri da parte di atleti che talvolta, legittimamente, prendono parte alle gare su strada con lo spirito della pura partecipazione, siano i giudici, in ultima analisi, a doversi fare carico di affrontare situazioni di non facile gestione, assumendo decisioni, di conseguenza, non omogenee”.

Il simpatico travestimento di un runner ad una manifestazione podistica a Torino – anno 2015 (foto: Claudio Bonifazio)
Correre con il passeggino a una gara su strada Fidal
E veniamo allo stroller running. A differenza dei casi citati sopra da Gerola, nella fattispecie non si tratta di correre a una gara Fidal indossando il vestito da Zio Sam, oppure palleggiando come il Maradona dei tempi d’oro, ma di una disciplina podistica, seppur non convenzionalmente codificata, comunque di carattere sportivo, e peraltro relativamente diffusa, soprattutto oltreoceano e in alcuni Paesi del Nord Europa.
Il punto, però, è lo stesso. Complice, probabilmente, il fatto che il numero dei suoi praticanti è ancora limitato nel mondo, e tuttora marginale in Italia, non vi è nel Regolamento internazionale Iaaf, e nemmeno in quello Fidal, alcuna menzione esplicita alla corsa con il passeggino.
Ma ciò significa che è ammessa o che è vietata? Effettivamente, né l’una né l’altra.

Stroller runners alla seconda edizione di Babyrun, nel 2014 in Piazza Castello, a Torino (Foto: Max Mattana)
Le regole internazionali parzialmente attinenti allo stroller running
“Prendendo in esame il Regolamento Tecnico Internazionale – chiarisce Mauro Gerola – le regole che possono avere una parziale attinenza con il problema posto sono tre: la 51, la 100 e la 144”.
Ecco che cosa prevedono:
- REGOLA 51:
- Gli Atleti sono responsabili della loro propria salute fisica e del loro proprio controllo sanitario.
- Nel corso di una Competizione Internazionale, l’Atleta esonera espressamente la IAAF (e, rispettivamente, la sua Federazione Membro, dirigenti, giudici, dipendenti, personale a contratto o agenti) da ogni responsabilità nei termini stabiliti dalla legge per ogni perdita, pregiudizio o danno che potrà essere subito in relazione o come conseguenza della sua partecipazione alla Competizione Internazionale.
“In sostanza – spiega Gerola – è la regola che responsabilizza l’atleta in termini generali, e quindi anche sul versante della sicurezza, circa la sua partecipazione alle competizioni Iaaf o di una sua Federazione membro”.
- REGOLA 100:
Tutte le Competizioni Internazionali, così come definite alla Regola 1.1, debbono essere effettuate secondo le Regole della IAAF e ciò dovrà essere specificato in tutti gli annunci, sul materiale pubblicitario, sui programmi e sugli stampati.
In tutte le competizioni, eccetto i Campionati del Mondo e i Giochi Olimpici, le singole gare potranno svolgersi con modalità diverse rispetto a quanto statuito dal Regolamento Tecnico Internazionale, ma Regole che riconoscano maggiori vantaggi agli atleti non potranno essere applicate. Le modalità di svolgimento della gara saranno decise o autorizzate dagli organi che hanno il controllo della competizione.
Dallo scorso 1° novembre 2017, a seguito del Congresso Iaaf di Londra del 2 agosto, a questa regola è stato aggiunto un paragrafo:
“Nel caso manifestazioni a partecipazione di massa che si svolgono al di fuori dello stadio, queste Regole devono essere integralmente applicate, normalmente, solo a quegli atleti, se presenti, che sono considerati come partecipanti nella categoria élite o in altre sezioni definite della gara, come le categorie di età per le quali sono previste classifiche a premi o rimborsi. Gli organizzatori della corsa dovrebbero dettagliare le informazioni fornite agli altri atleti precisando quali altre regole verranno applicate alla loro partecipazione, in particolare quelle relative alla loro sicurezza”.
In pratica, con la regola 100 vengono specificate due cose. In primo luogo che gli organizzatori delle singole gare (a partecipazione di massa) autorizzate dalle Federazioni nazionali possono aggiungere altre regole a quelle del regolamento internazionale, a patto che non si tratti di norme che diano maggior vantaggi agli atleti. Quindi, tanto più in assenza di una regola specifica, le singole manifestazioni potrebbero esplicitamente autorizzare o vietare la presenza di stroller runners.
In secondo luogo, che particolari categorie di partecipanti potrebbero essere tenute a rispettare solo alcune delle regole, ma bisogna chiarir loro quali.
- REGOLA 144
(Omissis)
Ogni atleta, che dà o riceve assistenza all’interno della zona della competizione durante una gara, deve essere ammonito dall’Arbitro ed avvertito che, in caso di seconda ammonizione, sarà squalificato. Se un atleta viene squalificato, ogni prestazione fino a quel momento realizzata nello stesso turno di quella gara non sarà ritenuta valida. Tuttavia, le prestazioni realizzate in un precedente turno di quella gara, saranno considerate valide.
Nota: Nei casi previsti dalla Regola 144.3(a) la squalifica può essere comminata senza ammonizioni.
3. Ai fini di questa Regola, i seguenti esempi devono essere considerati come assistenza, pertanto non permessi:
(a) Andatura fatta in corsa da persone non partecipanti alla corsa stessa o da corridori o marciatori doppiati o in procinto di essere doppiati o con qualsiasi altro espediente (diversi da quelli consentiti dalla Regola 144.4(d)).
(b) Possesso o l’uso nel luogo di gara di registratori video, radio, cd, radio trasmittenti, telefoni mobili o espedienti simili.
(c) Eccetto che per le scarpe conformi alla Regola 143, l’uso di qualsiasi espediente tecnico o applicazione che consenta all’utilizzatore un vantaggio che non avrebbe ottenuto usando l’equipaggiamento previsto o permesso dalle Regole.
(d) L’uso di qualsiasi aiuto meccanico, a meno che l’atleta possa attestare, con ogni probabilità, che l’uso di un aiuto non gli avrebbe fornito un vantaggio competitivo complessivo nei confronti di un atleta che non utilizza tale aiuto
(e) Fornire consigli o altre forme di supporto da parte di qualsiasi addetto non coinvolto nella competizione o che, in quel momento, ricopra uno specifico ruolo (per esempio consigli tecnici, indicare il punto di stacco in una gara di salti in estensione se non per evidenziare un fallo, distacchi di tempo o distanza in una corsa, ecc.).
“Non credo, tuttavia, che correre spingendo un passeggino possa essere considerato come una forma di assistenza all’atleta: tutt’altro”, puntualizza il responsabile dei giudici di gara Fidal Lombardia.
Ricapitolando: per quanto parzialmente assimilabili al caso specifico, nessuna delle regole in vigore è pienamente applicabile allo stroller running.
C’è però una circolare, datata 2016, che pare avere maggiori analogie: riguarda i cani.

Genitori runners con cane e bimbi alla Babyrun 2017, in piazza d’Armi, a Torino (Foto: Sharon De Iesu)
La circolare sui cani e le “analogie” con i passeggini
Il 3 maggio 2016, il fiduciario nazionale del Gruppo Giudici di Gara Fidal, Luca Verrascina, sottoscrive una circolare che riportiamo nelle parti di interesse:
“Da più parti giungono lamentele per la presenza dei cani insieme agli atleti partecipanti alle manifestazioni agonistiche no-stadia: cani al guinzaglio dell’atleta, cani senza guinzaglio, cani addirittura con il numero di gara!
Ritengo del tutto superfluo ricordare che alle gare di atletica leggera Fidal possono partecipare solo gli atleti tesserati (punto 1 Norme Attività).
Mi preme però evidenziare che la presenza di un qualsiasi animale a fianco di un atleta può contravvenire alla Reg. 144.2 e configurarsi come “assistenza”, inoltre la presenza di qualunque animale insieme agli atleti, nel corso di una gara, può contrastare con la Reg. 51 in materia di sicurezza da garantire a tutti gli atleti partecipanti ad una manifestazione.
Vi invito quindi ad evitare, nel modo più assoluto, la presenza di qualsiasi animale a fianco degli atleti, nel corso delle gare. In caso contrario, ed ove vi siano eventuali azioni da parte di soggetti terzi, i Giudici e gli Organizzatori inadempienti ne risponderanno autonomamente nelle sedi competenti”.
La circolare si chiude con l’appello alla massima diffusione sia tra i giudici di gara di ogni livello, che tra le società organizzatrici di eventi su strada.
Divieto, squalifica o autorizzazione a correre con il passeggino?
Ora, è evidente che correre con il cane oppure con un bimbo in passeggino non sia propriamente la stessa cosa. Però, se il richiamo alla regola 144 sull’assistenza all’atleta non si può certamente applicare al caso dello stroller running, quello alla regola 51 in tema di sicurezza sembra più attinente. E, pur in assenza di una norma specifica sui passeggini, potrebbe dare ai giudici (e agli organizzatori) un appiglio concreto per vietarne la partecipazione.
“A mio parere – chiarisce ancora Gerola – la questione più rilevante è proprio quella relativa alla sicurezza e alla salvaguardia dell’incolumità degli altri partecipanti alle gare. Chi risponderebbe degli eventuali danni causati da un passeggino ad un altro atleta? Non credo che gli organizzatori siano assicurati anche per casi di questo genere, e quindi ritengo che la responsabilità ricadrebbe sì sullo stroller runner, ma almeno in parte anche sull’organizzatore. È anche e soprattutto per questa ragione che, a mio avviso, tale aspetto andrebbe chiaramente specificato nei regolamenti Fidal o perlomeno in quelli delle singole manifestazioni, che comunque sono sottoposti ad approvazione Federale. Non necessariamente proibendo la loro partecipazione, ma, ad esempio, stabilendo in quali condizioni se ne autorizzi la presenza; facendoli magari partire dalle retrovie del gruppo; e facendo loro assumere le responsabilità per eventuali danni verso terzi”.
Di certo, in attesa di chiarimenti espliciti ed inequivocabili, delle tre soluzioni – autorizzazione, divieto e squalifica – quest’ultima sembrerebbe la meno opportuna, anche attuali norme alla mano.
In materia di arbitri di gara e di squalifiche, ecco cosa prevedono, infatti, due regole del Regolamento Federale: la 145 e la 125:
- REGOLA 145
Squalifiche
Se, nel corso di una gara, un atleta viene squalificato per avere infranto una qualsiasi Regola, sul foglio ufficiale dei risultati deve essere fatto riferimento alle Regole che sono state violate.
Domanda: posta anche la discrezionalità dei giudici, a quale regola si dovrebbe far riferimento per squalificare uno stroller runner se non ne esiste una specifica che sarebbe stata violata?
- REGOLA 125
Arbitri
L’Arbitro delle Corse su Strada dovrà, quando possibile (per esempio ai sensi delle Regole 144, 230.10 o 240.8), ammonire l’atleta prima della squalifica. In caso di contestazioni troverà applicazione quanto previsto dalla Regola 146.
Nel caso di Luca Mattavelli a Cagliari, escludendosi l’ipotesi di squalifica diretta (ad esempio per aver danneggiato un altro partecipante), i giudici avrebbero dovuto mostrargli in partenza, o quantomeno lungo il percorso, un cartellino giallo. A quanto invece testimoniato dal runner lombardo (ma siamo a disposizione per riportare anche la versione dei giudici di gara, ndr.), l’unico richiamo ufficiale gli sarebbe stato fatto dopo il traguardo, con il cartellino rosso diretto.

Luca Mattavelli al traguardo della Mezza di Cagliari 2017, pochi istanti prima della squalifica
Stroller running: il parere del presidente di Fidal Lombardia
A prescindere dalla forma, resta comunque la sostanza. In un Paese dall’elevato tasso di sedentarietà, e in cui sovrappeso e obesità hanno assunto dimensioni allarmanti anche tra i bambini in età pediatrica, quale messaggio si dà proibendo a un genitore (o un nonno) di partecipare ad una gara agonistica spingendo il figlioletto (o il nipotino) in passeggino?

Gianni Mauri, presidente di Fidal Lombardia (Foto: Mario Grassi, Fidal Lombardia)
“Un messaggio negativo – commenta il presidente di Fidal Lombardia, Gianni Mauri -. Come ho già avuto modo di dichiarare, personalmente non ho condiviso la squalifica di Luca Mattavelli e, in generale, non ritengo giusta la chiusura allo stroller running. L’atletica deve includere, non escludere. Sia per il suo ruolo sociale, sia dal punto di vista sportivo, e tanto più alla luce di risultati internazionali tutt’altro che soddisfacenti. Il runner che corre spingendo uno stroller magari non arriverà mai alle Olimpiadi. Ma non è detto che un domani non possa farlo il figlio, anche grazie all’attitudine allo sport che gli è stata trasmessa dal papà o dalla mamma fin da quando si trovava in passeggino e poteva partecipare con loro alle gare podistiche”.
Resta da comprendere come disciplinare tale attività. “Il rispetto del Regolamento e la salvaguardia della sicurezza in gara sono fondamentali – puntualizza Mauri -. Però occorre chiarezza, anche a fronte della sempre maggiore diffusione della pratica dello stroller running”.
Un ordine del giorno troppo fitto ha impedito che se ne parlasse all’Assemblea del Comitato Nazionale della Fidal svoltasi a Roma il 20 dicembre. “Ma, alla prima occasione utile – chiosa Mauri – mi impegno affinché la questione venga affrontata e disciplinata come merita”.
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