Con l’approssimarsi del weekend, si materializza il consueto tormentone: dove andiamo con i bambini?
Se siete una famiglia dinamica, che ama la vita all’aria aperta e svolgere attività non soltanto divertenti, ma anche educative e didattiche, il ventaglio delle possibilità – che piaccia o no – si riduce notevolmente.
Per carità: lo struscio in centro città, la giornatona al centro commerciale, la millesima sortita al parco giochi sotto casa rappresentano pur sempre valide e intramontabili ancore di salvezza.
Ma se desiderate un’uscita più originale e, magari, meno compulsiva, non c’è scampo: occorre trovare un’alternativa!
Allora i casi sono due: iniziare a smanettare furiosamente sondando l’intero web alla ricerca di qualche proposta allettante. Oppure tirare fuori il proverbiale asso dalla manica.
Ecco, noi la settimana scorsa abbiamo optato per la seconda soluzione!
I Bageta e le Colline di Giuca
Il nostro asso nella manica si chiama Renato Priolo.
Lo avevamo conosciuto appena qualche giorno prima, quando ci aveva presentato le attività ludico-didattiche e i meravigliosi balocchi artigianali in legno che domenica 24 settembre avrebbe proposto ai bambini partecipanti alla Giornata della Vendemmia in programma a Eataly Lingotto e organizzata in collaborazione con Babyrun.
In quell’occasione, ci aveva parlato anche dell’azienda agricola I Bageta di Baldissero d’Alba nata dal recupero del vecchio casolare di nonno Biagio (detto Bageta, e da qui il nome dell’agriturismo, ndr.), che da 5 anni Renato gestisce insieme ai fratelli e ai cugini. E, soprattutto, ci aveva raccontato del parco didattico Le Colline di Giuca, allestito nell’ampia area collinare e boscosa che circonda l’agriturismo.
Bingo! Ecco la destinazione della prossima gita fuori porta della Babyrun Family! Un colpo di telefono a Renato (perché la sua filosofia è quella di accogliere un numero limitato di famiglie, su prenotazione, per garantire loro una giornata tranquilla e serena), e il gioco è fatto! Sabato si va a trovare Giuca!
Pronti o quasi? Il rito della partenza nella Babyrun Family
Per una volta, la meta presenta un indiscutibile vantaggio. Renato ci aspetta per le 10,30, e l’azienda agricola si trova ad appena una quarantina di minuti d’auto da Moncalieri (Torino), sede della Babyrun House! Il che ci permette di scongiurare levatacce, malgrado i consueti tempi biblici per le operazioni di: risveglio, doccia, colazione, abbigliamento, preparazione del cestino da picnic (già, perché nelle strutture attrezzate dei Bageta si può tranquillamente consumare un pranzo al sacco).
E, soprattutto, a dispetto della prassi più complessa e temuta: il riempimento degli zainetti. Quelli dei bimbi, che non sia mai dovessimo dimenticare il pelouche del giorno, o il braccialetto regalato dai nonni nella primavera del 2014 (già, proprio quello lì!). E quelli di mamma e papà, muniti del necessario per un trekking nelle foreste del Laos (creme solari a protezione progressiva, repellenti per zanzare di varia specie e dimensione, after bite per punture di insetti noti e sconosciuti, cassetta del pronto soccorso, più piccola farmacia da viaggio, per ogni evenienza…).
La pipì postuma, quella cioè di cui viene l’imprescindibile esigenza dopo che hai chiuso la porta e inserito l’antifurto, non riesce a minare il rigoroso rispetto di un cronoprogramma degno del miglior Fantozzi.
E così, alle 9,15, in perfetto orario sulla tabella di marcia, la Babyrun Family è pronta a partire. Anzi, dato il prezioso castelletto di minuti d’anticipo messo in cascina, si può addirittura impostare l’itinerario di viaggio che non prevede pedaggi, e perfino programmare una pausa caffè a Ceresole d’Alba.
L’arrivo a I Bageta: benvenuti nelle Colline di Giuca!
Al nostro arrivo, Renato ci accoglie come in famiglia. Ci fa accomodare nell’ex fienile, completamente ristrutturato, dal quale si diramano anche le scale che portano alle quattro stanze dell’agriturismo – tutte dotate di bagno privato e riscaldamento autonomo – in grado di ospitare un totale di 16 persone.
E ci offre quello che per noi è ormai il terzo caffè della giornata (!) davanti al quale, mentre i bimbi iniziano a studiare la mappa del parco didattico, mamma e papà si lasciano trasportare dai racconti del padrone di casa: la storia della struttura, l’unità familiare che l’ha riportata a nuova vita, il progetto e la filosofia ludico-didattica che la governano.
Un viaggio affascinante per i genitori. Un po’ meno per i bimbi, che ormai sentono di padroneggiare (almeno sulla carta) il percorso, e non vedono l’ora di iniziarlo.
Ma dove si è nascosto quel monello di Giuca?
Foto di rito con il viso inserito nella sagoma di Giuca, e si parte! Ma, prima, è arrivato il momento di rispondere a una domanda cruciale: chi è mai questo Giuca?
Giuca è il simbolico volto del parco didattico. Renato e la sua famiglia lo hanno immaginato come un ragazzino monello, che ne ha combinate tante, e che per farsi perdonare ha deciso di guidare i suoi piccoli amici alla scoperta del suo territorio, “Perché un territorio non si insegna, si impara vivendolo”.
E infatti, quello che è “disegnato” all’interno del parco didattico è un vero e proprio percorso a tappe, che segue le ondulazioni del terreno collinare, passa attraverso diverse coltivazioni e prevede ben 12 piattaforme di gioco, tutte realizzate a mano e in legno, con un unico comune denominatore: la natura, i suoi ritmi, i suoi prodotti, il suo rapporto con l’uomo.
Di tanto in tanto, anche Giuca fa capolino: le bretelle qui, i calzini lì, la camicia bianca su un albero, come a far avvertire ai bimbi una presenza tangibile, per quanto invisibile. E loro, i piccoli, si fanno placidamente accompagnare da Renato alla scoperta dei frutti, della semina, delle stagionalità, della tradizione. Lontani dalla frenesia cittadina, lontani dai media invadenti e invasivi, tanto che l’ultimo step del percorso, forse non a caso, è dedicato proprio alla comunicazione di un tempo, quella fatta con le campane (che in questo caso sono nascoste tra gli alberi, e i bambini sono chiamati a trovarle e farle suonare).
Due ore passano volando. È il momento di fare la pappa. Chiudiamo il circuito raggiungendo nuovamente il punto di partenza e ci accomodiamo ai tavoli collocati all’ombra per consumare – a dire il vero con un certo appetito (!) – il pasto portato da casa.
L’ambiente è silenzioso, tranquillo, sereno. Renato siede con noi, ci fa compagnia, ci intrattiene con i suoi racconti. Staremmo ore ad ascoltarlo, a confrontarci sulla genuinità dei cibi, sull’integrazione con l’ambiente circostante, sui valori che gli piace trasmettere ai bambini: quelli che arrivano con i genitori e quelli delle scolaresche che periodicamente programmano la loro visita al parco didattico.
Ma per i piccoli, il cibo più succulento è ancora una volta il gioco! E nel pomeriggio avranno modo di farne una nuova indigestione!
Porte aperte sul paese dei balocchi di legno
Sono le 14,30 quando Renato prende i bambini per mano e li accompagna davanti ad una grande rimessa.
La porta si spalanca, gli occhi dei piccoli ancora di più. Nel capanno sono conservate decine di balocchi realizzati artigianalmente. Giochi che insegnano, giochi che trasmettono un messaggio, giochi che prevedono il recupero di una manualità che i bimbi stanno progressivamente smarrendo.
Ci sono i frutti e gli ortaggi da collocare sotto una serra, poi da cogliere, lavare e cucinare. Ci sono il minestrone, il gelato e le marmellate da preparare. C’è l’imbottigliamento e la collocazione delle bottiglie in cantina. Ci sono i pesci da pescare, e c’è la tavola da apparecchiare.
Il tutto, rigorosamente ricreato in legno, con il supporto di strutture, percorsi, palline. E con un solo filo conduttore: il tempo. Perché in natura, la fretta non esiste. E se la si vuole imporre – così come insegnano i giochi di Renato – il risultato è negativo, la prova fallisce.
Arrivederci Giuca, ci siamo divertiti tanto!
Eppure, in questa giornata, sembra che il tempo trascorra così velocemente… Sono le 18. È ora di andare.
Ma per una volta sono i bimbi ad insistere per riordinare! Sappiamo benissimo che, più della volontà di aiutare Renato a riporre i giochi, a spingerli è il desiderio di maneggiarli ancora un po’. Però li assecondiamo, non foss’altro che per il piacere di assistere ad una scena più unica che rara!
I saluti sono la promessa di un arrivederci. Quando vorremo trascorrere un’altra giornata divertente e serena in famiglia, a contatto con la natura, torneremo certamente a I Bageta. E magari, questa volta, porteremo con noi amichetti e cuginetti: chissà che, tutti insieme, non riusciremo a scoprire dove si è mai nascosto Giuca. O forse basterà guardare bene in fondo a ciascuno di noi? 😉
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Agriturismo I Bageta e parco didattico Le Colline di Giuca:
Località Sigola, 36 – 12040 Baldissero d’Alba (CN)
Tel. 335.1301912 (Renato) – Email: info@ibageta.com
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Appendice: l’aperitivo a Bra, la cena a Pocapaglia
Quando imbocchiamo la strada del ritorno, siamo certi che i piccoli, nel giro di un paio di curve, saranno addormentati: in fondo hanno corso e giocato senza sosta tutto il giorno! La previsione è smentita dal primo “Giochiamo a Io vedo con i miei occhietti?”, cui fa seguito un perentorio: “Raccontiamo una favola insieme?” (è il gioco in cui ognuno aggiunge un pezzetto di fiaba a quello inventato da chi lo ha preceduto, e può durare ore ed ore…!).
All’ennesima presa di coscienza che i nostri figli sono alimentati da una fonte di energia inesauribile, scatta il piano B, sostitutivo dell’immediato rientro a casa.
Io e la mamma recuperiamo dai meandri di una lontana memoria da fidanzati, l’immagine di un’osteria di Pocapaglia (in provincia di Cuneo e a pochi minuti d’auto da I Bageta) dove avevamo cenato un numero imprecisato di anni prima. La ricordiamo per la cucina tradizionale, l’ambiente semplice ed ospitale, il buon rapporto qualità/prezzo.
In verità, l’anima piemontese della Babyrun Family è mia moglie Gabriella, e non a caso è lei a ricordare il nome “L’ostu ‘d Racunis”, che d’altra parte io non avrei saputo pronunciare con adeguato accento!
Ad ogni buon conto, l’ora di cena è prematura perfino per la tradizione locale.
Che cosa c’è nei paraggi? Ma certo, Bra! La cittadina che dal 15 al 18 settembre ospiterà la ventesima, attesissima edizione di Cheese, ma che, anche aldilà dei formaggi, è gradevolissima da visitare.
In effetti, non c’è tempo che per una toccata e fuga: corso Garibaldi, via Moffa di Lisio, via Vittorio Emanuele II, con annesso pit stop a base di bianchetto fermo per mamma e papà e succo alla pera per i piccoli, quindi via Mendicità Istruita e ritorno all’auto, parcheggiata in piazza XX Settembre. Di qui, per L’Ostu ‘d Racunis basta un tragitto di appena 5 minuti.
“Qui non c’è wi-fi: parlate tra di voi”!
Il ristorante è più o meno come lo ricordavamo: semplice, curato, schietto. Di nuovo, c’è un cartello scritto a mano, in piemontese, affisso all’ingresso, e che – tradotto per i non sabaudi – recita pressappoco così: “Qui non c’è il wi-fi: parlate tra di voi”! Ancora una volta abbiamo fatto centro: lo spirito è quello giusto per chi vuole dedicarsi esclusivamente alla famiglia! Ora resta da saggiare il menù!
E anche questo non ci delude. Le proposte sono quelle tipiche della tradizione piemontese. Io opto per battuta di fassone e agnolotti di borragine. Mia moglie sceglie i peperoni con le acciughe, e i tajarin al ragù. Per i piccoli ordiniamo vitello tonnato e agnolotti del plin con burro e salvia. Quindi, in chiusura, ci regaliamo anche un ottimo salame al cioccolato, giusto per non farci mancare niente!
I piatti sono abbondanti, la cucina casereccia, il conto si conferma onesto. E il titolare, Massimo Gai, una persona squisita, così come lo è la confezione di crema spalmabile al gianduia di cui ci omaggia!
Adesso è davvero ora di fare rientro a casa. E i bimbi, questa volta, non oppongono ulteriore resistenza al sonno! Crollano nel giro di 3 minuti netti, e ci tocca portarli in braccio dal parcheggio di casa fino ai loro lettini.
Ormai sono pesantucci, il che ci permette di espiare, almeno in piccola parte, le piccole trasgressioni alimentari della cena e i ritmi di una giornata, almeno per mamma e papà, poco sport e tutta relax!
Buonanotte Babyrunners!
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