La famiglia virtuale di stroller runners italiani si sta allargando con sempre nuovi papà podisti, mamme runners e… piccoli tifosi che per ora scorrazzano seduti comodamente in passeggino.
Questa volta vi presentiamo Giovanni Pozzana (alias Poz), Digital Project Manager di Bologna, e papà di Matilde (alias Baby Poz), 2 anni proprio in questi giorni. Oltre a correre, fare il papà e lavorare, Giovanni ha da poco inaugurato il suo blog Run like a Dad, dove racconta proprio le sue esperienze di corsa in famiglia, con l’augurio di poter contagiare tanti altri genitori e trascinarli in questa fantastica avventura.
Giovanni, hai da poco aperto un sito che si chiama “Run like a Dad”: spiegaci come e perché un papà corre, e perché ha deciso di raccontarlo in un blog.
Non so perché un papà corre, so che io ho cominciato a correre più seriamente (con sveglia la mattina presto) il giorno del nostro secondo anniversario di matrimonio, quando, appena tornato dalla corsa, abbiamo saputo di aspettare Matilde. Sì, lo so. Sembra una storiella inventata e romanzata, ma è andata proprio così. Ho cominciato a correre con un sogno chiamato maratona, ma diventato papà tante prospettive cambiano, e ora, insieme ad obiettivi personali (ultramaratone e triathlon), ci sono obiettivi di coppia e di famiglia (stiamo trascinando anche la mamma nel tunnel!).
Perché lo racconto in un blog? Perché mi piace condividere la nostra esperienza e magari far venire a qualche neo genitore la voglia di provare a condividere con i propri figli questa “pazzia”.
Quando è nata la tua passione per lo sport? E com’è cambiata dopo l’arrivo di Matilde?
Sono sempre stato molto sportivo: sci, basket, corsa, ciclismo… Matilde ha però radicalmente cambiato il mio modo di farlo. Il tempo è diventato meno, e soprattutto è diventato molto difficile programmarlo. Una settimana ci sono le coliche, quella dopo i denti: diventa molto complicato trovare il tempo tutte le settimane.
In questo, la corsa rileva la sua migliore caratteristica: la flessibilità. Senza velleità di record del mondo, se una notte non dormo o dormo poco, posso tranquillamente posticipare l’uscita della mattina. Il parco ci sarà sempre e non devo organizzarmi con compagni per spostare l’allenamento. Ho anche imparato che in certi casi l’allenamento migliore è il riposo: ho fatto qualche uscita dopo aver dormito poco o niente ed è stato un vero fallimento, con rischio infortunio altissimo, tra l’alto. Il nostro fisico è una macchina praticamente perfetta, ma bisogna rispettarlo.
Quando esco con Matilde, poi, la flessibilità diventa massima. Ho un’idea di che allenamento fare ma poi, se lei dorme (come fa normalmente) lo finisco; altrimenti, se lei si stanca, lo riduco. L’importante è divertirci insieme.
Perché lo stroller running? Come lo hai conosciuto e perché hai iniziato a praticarlo?
Correre con il passeggino è un’idea che mi è venuta nel momento stesso in cui abbiamo deciso che ci sarebbe piaciuto avere un figlio/a. Il viaggio di nozze a New York è stato folgorante in questo senso: a Central Park se non stai attento sei investito da super mamme 😉 !
Tornando da una trasferta di lavoro, poi, ho deciso che era una cosa da fare subito. In quel’occasione c’è stato un atterraggio di emergenza (fortunatamente niente di grave) che mi ha fatto capire che rimandare è una brutta abitudine. Inoltre, Matilde sta diventando sempre più grande.
Quindi, due giorni dopo la trasferta mi sono fatto prestare da un amico un passeggino da corsa per provare. Matilde ha dormito 9 km su 10, e il restante tempo l’ha trascorso a chiacchierare e guardare il cielo. Tornato a casa ho letteralmente assaltato internet e trovato lo stroller che faceva per noi (comprato qualche mese dopo perché non te lo regalano purtroppo!). Ed eccoci motorizzati con il telaio da running della Bugaboo che utilizza poi la navicella del nostro normale Bugaboo Camelon3.
Che difficoltà hai incontrato a passare da allenamenti e gare in solitaria a quelli spingendo il passeggino? Esci spesso con la piccola? Anche in questo periodo o ora fa troppo freddo?
Grosse difficoltà- diciamo tecniche – non le ho trovate, mi è venuto tutto abbastanza naturale, anche se ammetto che schiena e braccia soffrono soprattutto quando ci sono percorsi tortuosi e devo spingere sul maniglione per sollevare la ruota anteriore e fare curve strette.
Nell’anno passato siamo usciti insieme 19 volte da luglio a dicembre. Quest’anno vorrei uscire molto di più, e direi che per ora siamo sulla buona strada.
Normalmente usciamo sia d’estate che d’inverno, ovviamente con degli accorgimenti. D’estate è obbligatorio portare almeno un biberon di acqua e montare la capottina ventilata oppure fa i sughi. D’inverno deve ovviamente essere coperta in maniera adeguata, ma niente di particolare. Noi abbiamo un sacco che usiamo anche quando esce con il passeggino normale e che è quasi un sacco a pelo, la invidio molto…
A quante gare hai partecipato con il passeggino? Come le avete vissute tu e Matilde? Lei partecipa tifando per il papà o preferisce farsi grandi ronfate?
Per ora abbiamo fatto solo 3 gare. La prima era una di 10km e li ha praticamente dormiti tutti! La seconda era una mezza maratona: ha diluviato tutto il tempo, ma lei sotto la sua cappottina anti pioggia se la dormiva e quindi l’abbiamo corsa tutta. Si è svegliata giusto per tagliare il traguardo. La terza era una bellissima 15 km sui colli bolognesi: all’inizio, non ha gradito molto il sacconanna, ma quando ha capito che lì c’era il calduccio, si è come sempre addormentata!
Solo ultimamente ha cominciato a dire qualche “Ai papà” “Ozza papà” che ti danno una carica incredibile… ma dopo massimo 2 km crolla.
E gli altri concorrenti ed il pubblico come hanno reagito alla vostra presenza non proprio canonica?
Fino ad ora solo reazioni positive (magari quelle negative non le hanno dette e solo pensate!). I più classici sono “beata lei!” “posso salire anche io?”.
In generale tutti ci salutano e applaudono con grande sportività. Qualcuno ogni tanto ci ha salutato con un “sei un eroe” che mi sembra esagerato, ma ce lo portiamo comunque a casa 😉 !
Quali gare stai preparando? Ce ne sono anche del circuito Fidal? Che cosa pensi della polemica sulla possibilità o meno di farvi partecipare anche gli stroller runners?
Al momento, per i prossimi mesi, non ho grandi progetti con Matilde. Parteciperò a qualche competitiva qui in zona, chiedendo esplicitamente all’organizzatore se potrò partecipare con il passeggino, partendo per ultimo per non dare fastidio a nessuno ed evitare a Matilde di aspettare fermi in griglia/partenza. La polemica mi fa sorridere perché mi sembra si parli del niente in realtà.
Mi sembra di capire che il problema principale sarebbe la sicurezza verso se stessi e gli altri atleti. Ci può stare come concetto, ma il problema è molto simile alle carrozzine che gli splendidi spingitori portano festanti fino al traguardo a tutte le più importanti gare e maratone, raccogliendo migliaia di applausi, sorrisi e commozione soprattutto di chi solo in questo modo può vivere un’esperienza unica.
Non vedo perché non si potrebbe fare qualcosa di simile anche con i passeggini (organizzare una griglia dedicata oppure una partenza anticipata o posticipata, o ancora, semplicemente, fare attenzione a quello che si fa).
Credi che attraverso la vostra partecipazione alle gare e attraverso i tuoi racconti su Run like a Dad, riuscirete a contagiare altri runners (ma anche altri tapascioni) a cominciare a correre con il passeggino?
Di sicuro mi piacerebbe. Poter “contagiare” qualcuno, o anche solo avvicinarlo, sarebbe già un bel successo. Con la Maty, già adesso, corriamo spesso con un gruppo di amici che abbiamo contagiato piacevolmente; già condividere questo, per me, è abbastanza.
Se poi si riuscisse a creare qualcosa di più (personalmente, mi piacerebbe un sacco una sorta di campionato con 4-5 gare l’anno, in tutta Italia, che poi non sarebbe altro che una grande condivisione), fateci sapere e ci saremo!
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