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Silvia, Dario e Zoe: dalla maratona di Parigi a quella di Valencia, correndo con il passeggino

Posted byGabriella Regis on 06.04.18

Una nuova coppia di stroller runners di Cesena (benché già veterani della corsa con il passeggino) arricchisce la scoppiettante famiglia di Babyrun: Silvia (27 anni, psicologa ad indirizzo Neuropsicologia) e Dario Gambino (39 anni, giornalista sportivo), genitori della piccola Zoe di 3 anni e mezzo. Godetevi questa splendida intervista, le loro meravigliose foto, ma soprattutto il video che riassume le emozioni provate quest’anno, correndo con il passeggino, nientedimeno che,  la Maratona di Parigi!

Silvia e Dario si raccontano prima dell’intervista: “Avete presente il self-talk? – chiede Silvia – In italiano il dialogo interno, si riferisce ai pensieri ed alle parole che gli atleti dicono a se stessi, per migliorare concentrazione ed efficacia durante il gesto atletico… di solito per me vuol dire cantare per Zoe il ritornello di qualsiasi canzone che nel testo abbia la parola “run” o una filastrocca che dice “noi siam come tartarughe, lentamente camminiam…””.

“La corsa è solo uno degli sport praticati – spiega Dario – amo il ciclismo ed anche in questo caso mi piace condividere il tempo con Zoe. Ho montato un seggiolino sulla mia mountain bike e percorriamo molte strade bianche sul lungofiume. Per le uscite più lunghe su asfalto adopero una bici da corsa. Sempre in movimento, non solo fisicamente: di recente sono tornato all’Università e tre materie mi separano dalla Laurea in Architettura. L’attività principale resta comunque il giornalismo e la fotografia”.

Psicologa, mamma, stroller runner. La domanda sorge spontanea, Silvia: di quante ore è composta la tua giornata?

Le nostre giornate sono estremamente piene e tentiamo di incastrare tutto con tanta organizzazione ed un po’ di fantasia. Non nego che l’attività free lance di Dario ci permetta di avere una buona flessibilità. L’equilibrismo tra gli appuntamenti di lavoro, sport e gioco è ciò che contraddistingue il nostro ménage familiare. Soprattutto gli ultimi due aspetti, sport e gioco, nella maggior parte dei casi convivono e procedono di pari passo. Qualsiasi sessione di allenamento, dalla corsa al pilates fino al potenziamento muscolare in palestra, diventa una sessione di gioco e ci permette, oltre che di condividere la passione per lo sport, di trascorrere molto tempo insieme.

Normalmente un genitore-runner è costretto a dividere il proprio tempo libero tra corsa e figli. Noi invece, grazie allo stroller running, abbiamo l’opportunità di conciliare le due cose. Attraverso i social, e durante gli incontri occasionali in allenamento al parco, tentiamo di coinvolgere anche altri genitori dimostrando che si tratta di un’attività fattibile.

Fin dall’Università ho imparato ad ottimizzare i tempi. Dopo pochi giorni dal parto di Zoe ho sostenuto gli ultimi esami del mio corso di studio riuscendo a laurearmi nei tempi prefissati. Tirocinio e Scuola di Specializzazione ne sono conseguiti quasi con naturalezza e, malgrado le frequenti trasferte fuori città, abbiamo preparato la Maratona di Parigi. Io ho corso con Zoe nel passeggino e Dario ci ha accompagnate supportandoci con il suo tifo ed incoraggiandomi nei momenti più difficili.

Quanto è stato (ed è) importante lo sport nella vostra vita?

Sin da piccola – risponde Silvia – ho sempre praticato sport, nello specifico la danza, che è un po’ quello che ogni genitore propone alla figlia femmina. Non era il “mio” sport, ma mi ha insegnato tanto. Poi, finalmente, sono arrivate la subacquea e gli sport di contatto, soprattutto il ju-jitsu. In Sicilia ho avuto la fortuna di allenarmi con i ragazzi dell’Akiyama Capaci, famosi in tutti il mondo per le loro performance sul tatami.

Ho sempre amato gli sport individuali, ma per me lo sport non è solo attività fisica. Per questo il gruppo di persone con cui ci si allena è di importanza fondamentale: puoi imparare da tutti e ognuno, consapevolmente o meno, ti insegna qualcosa e ti aiuta ad allenare la mente. Ricordo un combattimento di ju-jitsu in cui stavo decisamente avendo la peggio, ho teso l’orecchio ed i miei compagni erano lì a suggerirmi come rialzarmi. Non ricordo come finì, ma mi hanno dato la sensazione di non essere sola e di potercela fare.

È quello che provo in maratona quelle volte in cui le gambe cominciano a rifiutarsi di andare e diventa tutta questione di testa. In quel momento, anche il semplice sorriso rivolto al passeggino da un podista che mi supera, mi dà la spinta. È difficile da spiegare, ma è una bellissima sensazione da provare mentre si viene superati!

Il mio approccio con lo sport, – continua Dario – inteso come attività organizzata, è arrivato, invece, in età avanzata. Nella mia infanzia era sinonimo di interminabili giornate trascorse a giocare con i miei cugini all’aria aperta. Calcio, ping pong, palla a mano, bici ed infinite corse a perdifiato erano il quotidiano. L’amore per la corsa campestre, svolta in modo organizzato con allenamenti settimanali e gare domenicali, è arrivato solo al terzo anno di liceo.

Un lungo stop per problemi di salute mi ha portato a calcare nuovamente i campi di gara solamente quattro/cinque anni fa. Ma non ho mai abbandonato l’ambiente agonistico grazie al mio lavoro.

Com’è stato l’approccio alla corsa con il passeggino? Da chi è partita l’idea?

Correvamo insieme – ci spiega Silvia – prima che io rimanessi incinta. Durante la gravidanza ho proseguito, a ritmo più blando, fino al quinto/sesto mese. La naturale evoluzione sono state le camminate. Al settimo mese di gravidanza abbiamo completato una Dieci Miglia da Cesena a Cesenatico in oltre due ore e mezzo. L’anno successivo è stata la volta della classica San Giovanni di Cesena con Zoe nel marsupio, alternandomi con Dario, seguita nuovamente dalla Dieci Miglia.

L’idea dello stroller running è giunta proprio in occasione di quell’ultima gara. Sono stati gli “spingitori” a far scattare la scintilla. Vedere quelle squadre affiatate impegnate a spingere in gara ragazzi che non potevano correre a causa della loro disabilità, ha fatto maturare l’idea, semplice quanto spontanea: “e se cercassimo un passeggino adatto a correre con la nostra piccola?”. Da lì a poche settimane sono iniziate le ricerche.

Inizialmente eravamo orientati verso un carrellino da bici, poi abbiamo visto le varie possibilità offerte dal mercato e scelto il nostro Baby Trend. Selezionato sul web in base ad una scheda tecnica che ci ha convinto sin da subito ed un prezzo concorrenziale. Non ci siamo mai pentiti anche se, ultimamente, siamo nuovamente alla ricerca di un’alternativa. Perché le esigenze di Zoe sono cambiate col tempo, così come le nostre da “atleti”.

Abbiamo corso sotto la pioggia, con la neve ed il sole. Asfalto, sabbia ed off road in occasione di alcuni trail. Telino anti-pioggia, coperte e tendalino per il sole hanno sempre offerto un ottimo riparo a Zoe, che non ha mai patito alcun disagio a correre con noi. Anzi, si rilassa a tal punto da dormire beata. Dopo tre anni di gare con il passeggino è difficile pensare di correre senza. Paradossalmente, quando lo facciamo, ci fa sentire “nudi”. Come ha avuto modo di scrivere Dario tempo fa: “Ogni gara con Zoe è la sua festa del papà”. E lo stesso vale per me.

Zoe ha 3 anni e mezzo: ne è passato di asfalto sotto le ruote del vostro passeggino da corsa, in così tanto tempo…

Purtroppo non abbiamo calcolato il totale dei chilometri percorsi con il passeggino (consiglio a tutti i genitori runners di attaccare un contachilometri al maniglione!) ma, in media, prendiamo il “via” in oltre 40 gare l’anno (tra competitive e non). In Emilia Romagna abbiamo un calendario molto fitto, soprattutto nel periodo estivo con le gare al tramonto organizzate dalle numerose Società della zona.

In ordine sparso, impossibile non ricordare la staffetta corsa con i ragazzi del G.P. Endas Cesena alla Nove Colli del 2016. Il nostro è stato l’ultimo turno dopo oltre 20 ore di emozioni. L’arrivo in parata con Zoe sulle mie spalle è stato il culmine di due giorni di divertimento.

La Maratona Alzheimer 2017, corsa alternandoci, è stata la prima maratona della nostra carriera. Zoe ha dormito da Mercato Saraceno fino a Cesena, qui una doverosa pausa merenda e poi siamo ripartiti alla volta di Cesenatico. L’arrivo al Parco con la nostra prima medaglia “familiare”. La Maratona Alzheimer, insieme alla San Giovanni, è una delle corse a cui siamo particolarmente legati.

Da qui, come detto, è partito tutto. È scattata la scintilla per gli “spingitori” e quest’anno abbiamo avuto la piacevole sorpresa di essere scelti come “testimonial” tra gli stroller runners (la Maratona Alzheimer si terrà il prossimo 16 settembre 2018, ndr). A settembre saremo nuovamente ai nastri di partenza, Dario spingerà Zoe mentre io abbandonerò per un giorno la casacca del G.P. Endas Cesena e sarò impegnata con gli Amici della Fatica tra gli spingitori di Vittorio (un ragazzo disabile costretto sulla sedia a rotelle). Non nascondo che anche in questa occasione, durante i miei turni “liberi”, condurrò anche Zoe.

Parigi 2018 è invece stata la prima tappa europea corsa totalmente in solitaria. In realtà Dario è stato il nostro angelo custode, correndo oltre 30 dei 42,195 chilometri al nostro fianco. Zaino in spalla, non è riuscito ad abbandonarci. Per me è stata una partecipazione “sofferta”: un fastidioso dolore alla gamba sinistra ha in parte penalizzato la mia partecipazione. Poter correre con Zoe, invece, mi ha dato la forza di completare la gara abbassando anche il mio “personale”. Ma non è il tempo che conta, ciò che più conta per noi è poter condividere queste fantastiche esperienze insieme. Il tifo ed i complimenti ricevuti mi hanno spinto e rimangono indelebili le urla di incitamento “le poussette” (il passeggino).

Silvia e Zoe alla Maratona di Parigi 2018

Non paghi delle due maratone già corse spingendo il passeggino, siete in procinto di affrontarne una terza: che emozioni regala questo tipo di gara a voi? E a Zoe?

La seconda maratona in programma per il 2018 sarà Valencia. In questo caso sarà un momento di festa perché si svolgerà il 2 dicembre, quasi in coincidenza con il nostro anniversario di matrimonio ed il quarto compleanno di Zoe (entrambi l’1 dicembre).

Negli anni abbiamo notato una maggiore consapevolezza e partecipazione di Zoe. Se da piccola si divertiva, ma sprofondava immediatamente nel sonno, adesso è coinvolgente il tifo che fa a noi ed ai nostri “avversari” in gara. Non mancano i momenti ludici o quelli durante i quali cantiamo a squarciagola: per questo è indispensabile allenare il fiato!! Puntuale, comunque, arriva il momento del pisolino interrotto dagli applausi dell’arrivo. L’emozione che la nostra piccola sa donarci non dipende dalla distanza. Il bello della Maratona è che il divertimento dura più a lungo.

Conoscete altri genitori che corrono spingendo il passeggino o nella vostra città siete mosche bianche?

In questi anni abbiamo avuto modo di conoscere altri genitori stroller runners. Nella nostra zona corrono abitualmente un papà con tre bimbi ed un triatleta. Entrambi sono ad un livello agonistico nettamente superiore al nostro, si tratta di atleti veri e propri. La nostra partecipazione avviene con uno spirito diverso, più “conviviale”.

Dopo aver maturato questi tre anni di esperienze abbiamo in programma, anche attraverso il nostro gruppo podistico, di coinvolgere altri genitori. Chiunque abbia voglia di vivere questa esperienza e di provare qualche allenamento nel cesenate può contattarci attraverso Instagram (@silvia_run_zoe oppure @dario_42.195). Quest’anno abbiamo aperto entrambi un profilo proprio con l’intento di creare un gruppo di mamme e papà runners.

Gli organizzatori della Maratona Alzheimer sono stati tra i primi a recepire la necessità di realizzare una sezione, con una corsa nella corsa, dedicata agli stroller runners. Lo scorso anno eravamo in quattro, quest’anno speriamo di essere di più. Per la prima volta gli strollers sono stati inseriti nel regolamento della gara ed avranno una loro partenza dedicata.

Sul tuo profilo Instagram ci sono foto di Zoe in pista che spinge il passeggino delle bambole: la prossima generazione di stroller runners sta già crescendo!

Zoe è praticamente nata e cresciuta nell’ambiente delle corse. A 13 mesi ha percorso il suo primo chilometro in una podistica del ravennate. È stato per noi motivo di orgoglio vedere con quale determinazione ha mosso i suoi primi passi con la casacca del G.P. Endas Cesena. Direi che la strada è stata tracciata.

Ama correre e non è mai una nostra imposizione. Ha iniziato per imitazione ed oggi, a tre anni e mezzo, fa tutti i riscaldamenti con noi e poi salta sul passeggino per godersi i chilometri dell’allenamento o della gara. Talvolta frequentiamo la pista d’atletica di Cesena e ci ha stupito notare la naturalezza con la quale ha iniziato a giocare sui blocchi di partenza ed a correre spingendo il passeggino giocattolo e la sua bambola.

Inutile dire che per noi lo sport rappresenta un insieme di valori imprescindibili. Attraverso lo sport/gioco è possibile acquisire competenze applicabili nel quotidiano ed in tutti i campi. Dallo studio al lavoro fino ai rapporti sociali. Impegno, dedizione, svago, valvola di sfogo, ricerca di obiettivi (fissare obiettivi possibili e man mano sempre più grandi) sono i punti di forza.

Un aspetto a cui teniamo, e a cui ci siamo riproposti di tenere fede, è quello di non forzare mai Zoe. Lei è libera di scegliere come e quando correre. In questa fase non è importante quanto va veloce (corre alcune prove del Campionato Primi Passi). Per noi è importante che si diverta e sia sempre soddisfatta di quel che fa. Per noi è sempre così.

Per quanto ci riguarda è indubbio che correre spingendo un passeggino rallenta. Ma il punto per uno stroller runner non è il miglior tempo possibile in termini di quantità. È il miglior tempo possibile in termini di qualità.

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Category: Personaggio del mese Tags: correre con passeggino, genitori con passeggino, mamma, papà, stroller running

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