Sembrerà una banalità, ma per correre con il passeggino ci va, per l’appunto, un passeggino adatto a correre. Già, ma quale? E, soprattutto, chi o che cosa ci può guidare nella scelta del “mezzo” giusto?
Dato che – diciamolo subito – il prezzo degli stroller sportivi non è propriamente alla portata di tutte le tasche, è innanzitutto necessario porsi due domande preliminari:
- Conosco le caratteristiche principali di un passeggino sportivo adatto anche a correre? Se la risposta è “no”, è meglio leggere prima quest’articolo per farsi un’idea.
- Sono davvero motivato/a ad andare a correre con il passeggino o il mio è soltanto un desiderio estemporaneo, figlio, magari, di una moda? Perché proprio le caratteristiche che fanno di un passeggino un valido stroller da running, lo rendono, spesso, anche meno adatto a situazioni più “quotidiane”. E allora, forse, è meglio optare per altre soluzioni, quantomeno di compromesso. In commercio esistono, ad esempio, ottimi passeggini da outdoor, utilizzabili in contesti non sportivi ma perfetti anche per svolgere un’attività di corsa a bassa o media intensità. Qui un esempio.
Giunti a questo punto, se si è ancora convinti di volere proprio un passeggino da corsa, ci si trova di fronte al padre di tutti i dilemmi: quale modello acquistare? Qui, parafrasando un noto quiz televisivo, si profilano 4 aiutini, ciascuno con i suoi pro e contro.
- Il negozio di fiducia. Più o meno in ogni città ci sono esercizi dedicati alla vendita di articoli e accessori per l’infanzia. Il problema di quelli più grandi è che sovente trattano marchi e modelli di passeggini “generalisti”: quelli più acquistati dal grande pubblico e quelli più di moda. Talvolta vi si possono trovare anche passeggini da running, ma raramente il personale è in grado di consigliarvi su quelle caratteristiche prestazionali che vanno aldilà dell’utilità immediata (come si apre? come si blocca la ruota anteriore?) o delle funzioni illustrate sulla scheda tecnica. Negozi più piccoli, invece, sono talvolta più specializzati su queste tipologie di strollers. Ma, oltre a non essere diffusi in modo capillare sul territorio, è facile che trattino uno, massimo due modelli di passeggino da corsa, e che quindi la vostra possibilità di scelta venga, inevitabilmente, ridotta a quelli.
- Il passaparola. Per altre tipologie di articolo per l’infanzia (o anche per il podismo) ognuno di noi, prima di acquisire a propria volta un po’ di esperienza, si è rivolto a parenti, amici, colleghi: insomma, a chiunque vi fosse già passato. Il problema, nella fattispecie, è che lo stroller running, in Italia, non è ancora così diffuso da mettere a disposizione di ciascun potenziale podista con il passeggino una rete di conoscenti che abbia praticato la stessa attività e sia dunque in grado di consigliarlo. Di qui il quasi inevitabile ricorso al web.
- Il web. Fino a pochissimi anni fa, informazioni dettagliate sui passeggini da corsa potevano essere reperite on line quasi esclusivamente attraverso siti stranieri e blog di praticanti oltre confine: statunitensi, per lo più. Toccava, poi, capire quale passeggino utilizzasse il singolo stroller runner, e andare sul sito dell’azienda per scoprirne caratteristiche e prezzo consigliato. Dopodiché, tirate complessivamente le somme, partiva la caccia all’eventuale distributore italiano e, di conseguenza, al negozio più vicino che lo avesse in vendita, a meno di non ricorrere all’ancora di salvezza garantita da Amazon o affini, dato che (allora come oggi, in verità) alcuni marchi in Italia non erano praticamente trattati, o comunque rappresentavano una sorta di mosca bianca. Oggi, grazie anche al lavoro di promozione svolto da Babyrun negli ultimi 5 anni, di stroller running si parla molto di più anche in Italia. I praticanti sono aumentati, alcuni di loro hanno aperto blog in cui pubblicano, periodicamente anche recensioni di diversi prodotti o, più spesso, di quelli di cui sono testimonial. Le informazioni, tuttavia, restano per forza di cose dispersive, anche perché le aziende produttrici, ma soprattutto i distributori nazionali, faticano ancora a comprendere il potenziale di un mercato in crescita esponenziale.
- L’esperienza multipla. Il migliore compromesso, al momento, ci sembra quello per cui abbiamo optato in quest’articolo. Dopo avervi fatto conoscere e diventare familiari, negli ultimi mesi, alcuni fitness coach, personal trainers, sport blogger, influencers, organizzatori di eventi, tutti aventi in comune la passione per lo stroller running, abbiamo chiesto loro di raccontarci in prima persona quale passeggino utilizzino, come lo abbiano scelto, e quali siano i suoi pregi e i suoi eventuali difetti. Possono farlo a buon diritto, avendo ciascuno percorso centinaia di chilometri (o di miglia) correndo con il passeggino. Ecco, di seguito, le loro esperienze.
Giovanna Ventura: quanti chilometri con il passeggino da corsa Knorr-Baby
La fitness coach Giovanna Ventura ha macinato centinaia di chilometri spingendo il figlioletto Gioele a bordo di un passeggino Knorr-Baby del 2014, acquistato su Amazon, come lei stessa racconta, “dopo aver trovato il giusto compromesso tra recensioni buone, prezzo contenuto e… l’obiettivo di distruggerlo nelle innumerevoli trasferte tra Italia e USA, e nelle uscite tra i campi di vite e grano dove spesso mi alleno”.
Sorprese dopo l’acquisto? “Potendo – commenta Giovanna – mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di provarlo invece di comperarlo a scatola chiusa: avrei così scoperto che la capottina è inutile e non ripara dal sole! Abbiamo tentato di rimediare con ombrellini e affini ma non è servito”.
“Dal punto di vista economico, invece, è stato un ottimo acquisto – continua Giovanna – . Strutturalmente, è un passeggino indistruttibile nel telaio. Forse un po’ più debole sul lato delle finiture (cuciture, etc), ma ci sta. La vera pecca, piuttosto, sono le gomme che si bucano troppo facilmente. Però, la seduta è ottima. C’è un davanzalino da tenere con le manine che a Gioele piace molto, e io so che lui è felice ed al sicuro”.
Luca e la scommessa vincente dell’Out N About Nipper Sport
Anche Luca Mattavelli, (lo stroller runner diventato – suo malgrado – famoso in tutta Italia per essere stato squalificato dopo aver corso la mezza maratona di Cagliari spingendo un passeggino con a bordo la figlioletta Aurora) ha scelto il suo passeggino da corsa in maniera simile a quella di Giovanna Ventura: documentandosi su internet.
Dopo un’indagine in rete sui vari modelli disponibili; dopo aver letto parecchie recensioni di altri utenti; tenuto conto del rapporto tra qualità presunta (“Ho dovuto fare un acquisto al buio, mentre lo avrei volentieri testato prima”) e prezzo; e dopo essersi affidato infine anche a una buona dose di “istinto”, ha infine optato per l’acquisto online dell’Out N About Nipper Sport.
“Quando, nel 2014, ho scelto il mio passeggino da corsa – spiega Luca – mi sono rivolto al web perché nei negozi non c’era praticamente nulla o perlomeno noi non l’abbiamo trovato. Però, nonostante sia stata una scelta fatta praticamente alla cieca, sono pienamente soddisfatto. Di chilometri io e la mia compagna Tania ne abbiamo macinati tanti con Aurora a bordo del passeggino. Stimandoli, saranno 700-800 all’anno. Lo usiamo per fare di tutto: dalla corsa all’allenamento, alle gare, fino a visitare le città, andare al mare, sulla spiaggia, per passeggiare su ogni tipo di terreno…”.
E il giudizio complessivo qual è? “Magari non sarà il passeggino più bello da vedere, non sarà fashion – commenta Luca -. Ma è molto solido e veloce, senza fronzoli. Per farvi capire: lo mettiamo di diritto nella nostra personale top five dei migliori acquisti legati a nostra figlia Aurora, anzi, mi sbilancio, forse è il migliore“.
Quindi, pollice in su per l’Out N About Nipper Sport. “Questo passeggino – conclude Luca Mattavelli – ci ha dato la possibilità di essere liberi e di vivere la nostra passione tutti insieme, cosa impossibile con uno stroller ordinario. Consiglio a tutti, runners, tapascioni, camminatori, insomma a chiunque voglia fare dell’attività all’aperto con il proprio bimbo, di acquistare un passeggino sportivo, anche non necessariamente questo. Vi proietterà verso orizzonti altrimenti impossibili da raggiungere!“.
Mamma Sportiva, passeggino dinamico. Ecco il TFK Joggster Trail
La bresciana Silvia Segala, alias la Mamma Sportiva del web, ha invece optato per il TFK Joggster Trail, ottenuto nell’ambito di una collaborazione in atto con il distributore italiano. E ne è entusiasta. “Il TFK Joggster Trail ha una struttura possente ma leggera, grazie alle parti in carbonio, e sicura, grazie al freno posto sul maniglione. Per i sentieri è il top dei top!”.
In effetti, in questi 8 mesi di uso del passeggino, Silvia non si è risparmiata per niente: basti pensare che ha già percorso quasi 1.700 km. “Il mio Joggster Trail è il passeggino che uso di più. Perché vivo in collina, perché faccio un sacco di sport, perché porto Petra con me quasi ovunque. Se vivessi in città, sarebbe spesso nel bagagliaio, pronto per seguirmi!”.
Complessivamente, quindi, il giudizio di Silvia è positivo: “Per le passeggiate è perfetto, su qualunque terreno, pure gli sterrati più meschini. Ovvio che è un po’ ingombrante, di sicuro non lo uso per andare al supermercato caricandolo nel bagagliaio. Semmai va bene per andare a fare la spesa in passeggino. Per la corsa su strada, invece, è leggero ma, non avendo la forma più aerodinamica tipica degli stroller da jogging, risulta un pochino pesante. In effetti, per il running mi orienterei su un passeggino specifico, di quelli con le ruote più grandi e strette e il telaio allungato, tipo il TKF Joggster Sport, o il Thule Glide 2, o l’Out N About, o il Bugaboo Runner”.
Thule Glide e Thule Charriot Sport: due passeggini sportivi per Corro Ergo Sum
Il Thule Glide che vedete sfrecciare in quel di Milano e dintorni, invece, è quello di Dario Marchini, Corro Ergo Sum per i podisti. Come ricorderete, Dario, tra le altre innumerevoli attività, collabora come giornalista con Runner’s World e proprio attraverso la testata ha iniziato una partnership con Thule per una serie di articoli sullo stroller running, ragion per cui gli sono stati forniti i modelli da testare.
In particolare, Dario, insieme al piccolo Tommaso e alla moglie Chiara, anche lei podista, ha già macinato qualche centinaio di km usando il Thule Glide e il Thule Chariot Sport.
“Il Thule Glide – spiega Dario – è un passeggino studiato principalmente per correre. È perfetto per le gare e per andare forte: è leggero, veloce, stabile (ha il passo lungo), facile da spingere, veloce da smontare/ripiegare, ha ruote grandi (16/18”) e ammortizzate e il tettuccio multiposizione estensibile. D’altra parte, questa sua grande specializzazione la paga in termini di utilizzo nella vita quotidiana: è ingombrante, la ruota anteriore fissa è scomoda se si passeggia in città o nei locali, ha il freno a tamburo”.
“Quanto invece al Thule Chariot Sport – continua Dario Marchini – è un passeggino studiato per chi ama lo sport in genere: camminata, corsa, bici e sci di fondo. Si nota in particolare nella velocità con cui si può smontare, piegare, per cambiare sport o per riporlo. Ha un doppio freno a disco posteriore, la struttura è eccellente, è ben ammortizzato e con ruote grandi (16/18”), è spazioso per il bambino, ed ha una copertura sui 4 lati estate/inverno e sole/pioggia. Tutto questo, ovviamente, si paga in termini di peso (che si avverte soprattutto correndo) e di ingombro“.
Insomma: due passeggini entrambi sportivi, ma sfruttabili per assecondare esigenze diverse: “In gara o quando si ha voglia di correre veloci, la scelta ricade sul Thule Glide; in inverno, quando piove o fa più freddo, o quando si decide di uscire in bici, la preferenza va al Chariot, che si chiude ermeticamente”.
Ma c’è anche una terza alternativa, nuova di zecca. “L’ultimo nato di Thule, il Glide 2, ha alcune migliorie tecniche rispetto alla prima serie, come ad esempio il doppio freno a disco posteriore, che ho già provato sul Chariot e che dà una sicurezza maggiore rispetto all’attuale. Il resto sono piccole differenze che non cambiano molto nella pratica. Ma se dovessi trarre una conclusione generale e dare un consiglio personale, direi che sia dal punto di vista della sicurezza, sia riguardo alla comodità per il bambino (seduta imbottita con doppia cintura a cinque punti di chiusura e barre laterali) Thule è una garanzia ed è, per me, la prima cosa da valutare”.
Giovanni: il papà podista che corre spingendo il Bugaboo Runner
Della vasta pattuglia di podisti che hanno sondato, selezionato e acquistato on line un passeggino da corsa, fa parte pure Giovanni Pozzana, digital project manager di Bologna, noto anche per il suo blog Run like a dad.
Nel 2017, la sua scelta, per scorrazzare in allenamento e in gara la piccola Matilde (alias Baby Poz), è ricaduta sul Bugaboo Runner: “Ho cercato tante recensioni on line. Poi, al netto della sicurezza, che è la prima condizione, ho individuato la soluzione logisticamente più comoda. E ho acquistato sul web, perché il rivenditore di Bugaboo non era proprio a portata di mano”.
Certo, ci fosse stata l’occasione di provare lo stroller prima di comperarlo non sarebbe stato male. “Sarebbe l’ideale – conferma Giovanni -. Però, a noi è andata bene, e posso dirlo dopo aver già percorso quasi 400 chilometri tra il 2017 e questo inizio di 2018. Onestamente, se devo dare un giudizio vedo tutti pro. L’unico contro penso sia il costo, perché come passeggino non è proprio regalato. Ma la struttura è molto solida. Lo stroller è stabile, si guida bene quando ci prendi un po’ la mano. Ovviamente in salita si sente che stai spingendo un bel po’ di chilogrammi, ma in piano va che è una meraviglia. Le ruote tubolari fanno veramente la differenza. Inoltre, usando la stessa seduta dello stroller normale, sfruttiamo tutti i suoi accessori (portaborraccia/cappottina estiva/telo pioggia ecc). Promosso a pieni voti”.
Jané Trider: il passeggino da corsa di Barbara e Ylenia
Altre due amiche di lunga data della community Babyrun hanno scelto entrambe Jané Trider per correre con i loro piccoli in passeggino: sono Barbara Sturaro, vicepresidente del Comitato MarciaPadova e Ylenia Franco, che per passione non solo corre e partecipa a gare spingendo il passeggino, ma ha coinvolto anche un nugolo di altre mamme a svolgere attività (soprattutto di walking) con lo stroller.
Partiamo da Barbara. Da quando, nel 2015, è nato il piccolo Tommy, ha sempre corso con uno Jané Trider, che ormai avrà già una decina d’anni, prestatole da un’amica. E con quello stroller lei, il compagno Maurizio e il figlioletto hanno percorso già quasi 2.000 km… correndo anche con le ruote bucate! Modello non proprio recente, e ormai giunto a fine carriera, lo Jané è stato sostituito, nelle scorse settimane, con un Thule Chariot, anche questo di seconda mano. Presto, Barbara e Maurizio ci racconteranno come si stanno trovando con il nuovo arrivo.
Al contrario di Barbara, Ylenia ha acquistato non più tardi dell’anno scorso il modello 2016 di Janè Trider. A differenza della maggior parte degli stroller runners, che si affida all’online sia per il nuovo sia per l’usato, lei e il marito Walter lo hanno comperato in un negozio di Mozzo (BG), dopo essersi però documentati parecchio su internet.
In realtà, la loro prima scelta sarebbe stata il Thule Glide. “Ma mi sembrava troppo ingombrante – commenta Ylenia. Magari ci faremo un pensiero per quando Camilla crescerà. Sicuramente, se ci fosse la possibilità di provare i vari modelli prima dell’acquisto, si potrebbe scegliere più a ragion veduta. Non potendolo fare, abbiamo optato per il Trider, un passeggino non propriamente economico, ma che è certamente maneggevole e adatto a tutti i terreni, come dimostra il fatto che, in appena 5 mesi, vi abbiamo percorso già circa 1.500 km”.
Ma qual è la valutazione di Ylenia su questo passeggino? “Per chi ama fare sport e tante camminate sportive, anche in offroad, è molto pratico: le ruote hanno le sospensioni (con ammortizzatore regolabile) e sono antiforo. Tra le pecche annovero invece la struttura, ingombrante per il baule dell’auto nonostante le ruote si possano sganciare. Inoltre, a mio avviso l’ovetto è troppo piccolo se i bambini sono lunghi e la navicella è pesante nel caso in cui la si debba prendere per metterla in auto o fare pochi metri. Con le ruote, invece, è leggerissimo in tutte e tre le soluzioni”.
La Running Mama del web ne ha fatta di strada con il Baby Jogger
Beatrice Barbieri (la Running Mama del web) ha avuto il primo approccio con lo stroller running utilizzando il Cam Trio 3 ruote. “Ma ben presto lo ho venduto – precisa – perché si è rivelato inadatto a correre. Sono quindi passata al Baby Jogger, prestatomi da un’amica”.
E con il nuovo passeggino, per filosofia più adatto alla corsa, è subito scoccata la scintilla dell’amore. “Un amore intenso almeno finché è durato – scherza Beatrice -. Già, perché vedendo dai post e dalle foto pubblicate quanto io e mio figlio Giovanni ci divertissimo a correre con il passeggino, la mia amica ha pensato bene di darsi anche lei allo stroller running e giustamente lo ha rivoluto indietro!”.
Un passeggino che, in ogni caso, ha superato a pieni voti l’esame podistico di Running Mama: “Non posso che essere soddisfatta del Baby Jogger: per me, il rapporto qualità-sicurezza-prezzo è imbattibile. Se dovessi prendere un altro passeggino da corsa, sicuramente la scelta ricadrebbe di nuovo su questo modello. Mi fa sentire sicura”.
BeBeLove EVO-TS: il passeggino da corsa della campionessa del mondo
E (mai come in questa occasione fu appropriato dire) “Last but not least”, ecco la testimonianza ed i suggerimenti di Theresa Marie Pitts, la supermamma statunitense detentrice di ben 3 Guinness World Record in maratona e mezza maratona spingendo uno stroller triplo con a bordo, appunto, 3 dei suoi 8 figli. Insomma: una che di strada ne ha fatta, correndo con il passeggino! E che di strada, come vedremo, ne ha fatta fare anche all’azienda produttrice del passeggino con cui ha corso.
“A inizio 2017 ho acquistato il passeggino triplo da jogging BebeLove 475 EVO-TS su Amazon – spiega Theresa Marie -. Ho scandagliato il web in lungo e in largo, ed alla fine questo era uno dei pochi passeggini tripli da jogging che corrispondesse anche ai requisiti che il Guinness World Records aveva ritenuto idonei per la registrazione (per esempio, doveva avere almeno tre ruote e i sedili dovevano essere situati uno di fianco all’altro)”. Volente o nolente, insomma, una scommessa. “Quando l’ho comprato – conferma la campionessa – ne erano stati venduti pochi per cui le recensioni erano molto scarse, ma d’altra parte era la mia unica opzione, quindi mi sono limitata a sperare per il meglio”.
Appena iniziati gli allenamenti, però, sono emersi alcuni punti deboli: “La capottina non restava aperta (quindi i bambini non venivano coperti né dal sole né dalla pioggia). Ma soprattutto, durante la corsa, il passeggino tendeva a spostarsi di lato anziché proseguire lungo la traiettoria rettilinea”.
Ora, chi conosce Theresa, magari attraverso l’intervista esclusiva che le abbiamo dedicato qualche mese fa, sa già che non sarà bastato questo piccolo imprevisto a scoraggiarla. Lungi dal rinunciare all’assalto al record del mondo, è semplicemente ricorsa all’aiuto di un meccanico delle biciclette che ha sistemato tutto, compresa la centratura delle ruote. E questo le ha permesso, come lei stessa racconta, non solo di camminare ma addirittura di correre con 3 bambini al seguito dal punto A al punto B… Poi, che tra il punto A ed il punto B ci fossero 21,0975 o addirittura 42,195 km, detto così, sembra quasi un dettaglio da poco!
“Dopo i miei successi con il Guinness World Record e la successiva pubblicità, il passeggino triplo di BebeLove ha raggiunto lo stato di oggetto caldo su Amazon e eBay, migliorando allo stesso tempo le valutazioni del prodotto, fino al completo SOLD OUT del passeggino!”. Un bel record, quindi, non solo per Theresa, ma anche per il suo passeggino!
“Ho spinto il passeggino triplo BebeLove per centinaia e centinaia di miglia in salita e in discesa, in tutta la città, in campagna e in gare grandi e piccole. L’ho spinto attraverso il vento, la pioggia e la neve, e su tutti i diversi tipi di terreno: asfalto, cemento, pietra e marciapiedi in mattoni, strade sporche, strade sterrate, prati, ponti di legno, soffici sottoboschi e persino terreno coperto da neve“.
Visto l’uso massivo che Theresa ne ha fatto, sicuramente è titolata per darci un giudizio sui pro ed i contro di questo passeggino: “Alcune delle caratteristiche del passeggino che apprezzo sono il cestello portaoggetti molto capiente; le tasche sul retro; i sedili reclinabili; le cinture di sicurezza a 5 punti; la chiusura e il freno a mano. Nel complesso, penso che sia un passeggino ben progettato e, sebbene il prezzo sia un po’ troppo alto e il design potrebbe essere migliorato, ritengo che valga l’acquisto e lo consiglio anche ad altri, in quanto dà, ai genitori e a chi si occupa di più bambini piccoli contemporaneamente, la libertà di uscire, fare esercizio fisico ed esplorare il mondo insieme. Mi ha aiutato a raggiungere alcuni grandi obiettivi, e ha permesso ai miei figli e a me di vivere divertenti avventure insieme. Quindi, se dovessi rifarlo, lo comprerei di nuovo!”.
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